“Ma quindi tu praticamente che lavoro fai?”
Quante volte mi sono ritrovata a rispondere a questa domanda dopo che avevo affermato di essere un’operatrice sociale. E finchè mi fanno questa domanda mi ritengo fortunata, perchè spesso questa viene sostituita da affermazioni di vario genere e tipo. Ad esempio?
- al Progetto prostituzione e tratta, spesso mi dicevano “ah, quindi tu lavori di notte e vai in giro a recuperare le prostitute per farle smettere”
- in dormitorio “ah, quindi tu stai lì di notte e controlli che non succeda niente… ma sei armata o c’è qualcuno che fa sicurezza?”
- in carcere “ah, quindi tu vai in carcere e chiaccheri un pò con i detenuti?”
E potrei andare ancora avanti a raccontare episodi divertenti e coloriti.
In tutti questi anni mi sono resa conto che spiegare ciò che fanno gli operatori sociali è un compito non semplicissimo. Con il tempo ho capito una cosa: più si è chiari e si spiega il particolare, più le persone iniziano a capire quello che l’operatore sociale fa durante il giorno: non recupera gente per strada, non è armato e non va farsi due chiacchere.
La difficoltà nel spiegare questa professione sta in due punti:
- La sua varietà: lavorare con le vittime della tratta o con i tossicodipendenti non è la stessa cosa e se lo dovessi spiegare racconterei il lavoro in due modi diversi perchè si utilizzano approcci e procedure differenti.
- La sua impalpabilità: il lavoro sociale non crea un qualcosa che si può vedere e inoltre crea sempre qualcosa di diverso in base alla questione da risolvere.
Dunque per spiegare quello che fa l’operatore sociale, non vi dirò che è un professionista della relazione d’aiuto e blablabla, ma utilizzerò esempi molto semplici e palpabili. Intanto sappiate che l’operatore sociale è chiunque svolga un lavoro nel settore sociale sia esso assistente sociale, educatore, psicologo… a volte mi è capitato che anche gli operatori sociosanitari, le infermiere o i medici svolgessero un lavoro sociale. Vi racconterò più avanti, prendendo spunto dalla mia esperienza lavorativa e dalle mie spiegazioni del lavoro sociale.
Se volete rivolgermi delle domande come quelle sopra fatelo: vi risponderò volentieri come faccio sempre quando qualcuno mi dice la sua sul lavoro sociale.
Oggi condivido con voi una definizione del mio lavoro che porto ancora nel cuore e mi fa sempre sorridere.
“L’operatrice sociale è quella signora che mi fa giocare quando vado a incontrare mio papà: lui non è tanto capace a inventarsi i giochi, lei sì… però anche lui sta imparando”
Magda, 8 anni.
Valeria de barros says
Buongiorno molto interessante suo commento sul lavoro sociale Io sono brasiliana e ho tenuto lá equipollenza di operatore sociale però per noi stranieri di nascita difficile ill lavoro nell area
Eleonora Ferraro says
Buongiorno Valeria, immagino che non sia semplice! E’ un tema che non conosco, ma sono molto curiosa di saperne di più… se fosse interessata a scrivere un articolo su questo argomento sarei felice di ospitarla sul mio blog. se è interessata mi scriva una mail
Alce says
La domanda è: ma da chi venite pagati?
Eleonora Ferraro says
Dipende. Gli operatori sociali possono essere pagati da enti pubblici, privati o da persone fisiche.
Federica says
Scusate la domanda è se sono fuori luogo…ma dopo numerose ricerche mi sono ritrovata in questa pagina…In sintesi sono laureata in servizio sociale, non abilitata all’esercizio della professione, posso utilizzare il mio titolo equipollente per un concorso per educatore?
Eleonora Ferraro says
Buongiorno Federica, dipende! Bisogna leggere attentamente il bando e vedere se la sua laurea è considerata equipollente o meno.