Nel mio lavoro incontro spesso persone che sono venute qui in Italia alla ricerca della Terra promessa oppure persone che vivono qui e vorrebbero trasferirsi in luoghi più o meno lontani alla ricerca del tesoro: la felicità.
Non pensare che si tratti di due percorsi molto diversi: sia gli immigrati che gli emigrati attraversano un percorso molto simile, perchè entrambi spinti dalla motivazione al miglioramento della propria vita. C’è chi lo fa per raggiungere la propria metà, chi per ottenere un’istruzione migliore, chi per trovare nuove opportunità lavorative e per altri motivi ancora: ad esempio per allontanarsi da alcuni problemi e da certe persone, per aderire alle aspettative di altri, per ricevere complimenti o riconoscimenti, per evitare un fallimento.
A volte è una scelta libera, altre è una scelta obbligata. A renderla obbligata non è una guerra nel paese di origine. In alcune guerre non ci sono armi da fuoco, carri armati ed eserciti schierati, perchè sono guerre che avvengono dentro le persone. Non per questo si tratta di conflitti meno dolorosi: sicuramente meno visibili a occhio nudo, ma con cicatrici profonde nei diretti interessati.
Non sempre la fase preparatoria alla partenza avviene in modo completamente consapevole e questo può avere delle ripercussioni sul percorso migratorio stesso.
Alcune persone partono senza conoscere a fondo le motivazioni della partenza, alcune partono perchè ne sono in qualche modo obbligate. Queste si troveranno probabilmente ad affrontare un terremoto emotivo lontane da casa: con barriere linguistiche e culturali, senza i propri affetti, senza le proprie abitudini.
Uno degli errori di valutazione che fanno è quello di credere che partendo si possano lasciare i problemi alle spalle. Rimangono dunque deluse e spiazzate nel rendersi conto che tutti i loro problemi sono ancora lì, non importa quanti chilometri abbiano percorso.
Trasferirsi, emigrare, allontanarsi da casa è uno stravolgimento della propria vita che richiede la mente lucida e orientata a reali obiettivi. Costruire una vita nuova in un altro paese richiede tempo, impegno e preparazioni.
Prima di preparare il passaporto per la meta prescelta è bene capire se sei in possesso del visto d’ingresso per guardarti dentro e capire cosa realmente vuoi. Spesso si tende a pensare che un nuovo Paese possa offrire nuove possibilità di felicità, ma non è così: la felicità è prima di tutto dentro di te. È necessario andare a scoprire dove si nasconde e cosa puoi fare per raggiungerla. Una volta capito ciò che realmente per te ha valore, potrai incamminarti per la strada scelta.
La destinazione può essere restare nella stessa casa, spostarsi al piano di sotto, andare dall’altra parte del mondo o su un altro pianeta. Se non esci da certe stanze della tua mente, rimarrai sempre nello stesso posto. E forse infelice.
Tu in quale fase ti trovi? Sei uscito dalle stanze della tua mente oppure sei uscito dal tuo paese d’origine? Rispondi qui sotto nei commenti.
Se pensi di aver bisogno di aiuto per uscire dalle stanze della tua mente o per capire se vuoi andare via dal tuo Paese, scrivimi in privato!
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