Quanti genitori di figli adolescenti hanno pensato almeno una volta “Non so più cosa fare con lui/lei”? Quante volte vi siete chiesti “Parlo un’altra lingua”? Beh, la risposta è sì, genitori, parlate due lingue diverse. Vediamo insieme se c’è un modo per capirsi almeno in parte.
Le caratteristiche di un adolescente sono più o meno sempre le stesse, anche se possono assumere sfumature diverse a seconda della personalità del/la giovane. Queste caratteristiche non sono mutabili, quindi bisogna farsene una ragione e accettare che esistano:
- Il conflitto perenne con i genitori, ma anche con gli altri adulti che li circondano. Accettarlo non significa farsi sopraffare da esso e dagli adolescenti, ma semplicemente riconoscere che esiste. Il conflitto nasce dalla necessità dell’adolescente di trovare i propri confini individuali, che non sa dove collocare, dunque se esagera è giusto che un adulto sia pronto a fornirgli quel confine.
- La scoperta delle emozioni: l’adolescenza è la fase della vita in cui si inizia a conoscere l’emotività. Gli adolescenti vengono inondati dalle emozioni, ma a differenza degli adulti non sono in grado di gestirle. Immaginate a quando si lasciano con la fidanzata, ne fanno una tragedia per un giorno e quello successivo ne hanno già un’altra. Un adulto potrebbe pensare che “allora non ci soffriva veramente per la prima fidanzata”, invece non è così. I loro sentimenti sono vissuti in modo estremo, esagerato, non solo ancora in grado di controllarli come facciamo noi adulti. Riconoscere gli stati emotivi di un adolescente per come li prova lui, facilita molto la relazione, quindi non abbiate paura di dirgli “Vedo che stai soffrendo moltissimo e mi dispiace” oppure “Ti ha deluso la fine di questa storia?”. Non tentate la tecnica del “Morto un papa se ne fa un altro” quando si è lasciato con la fidanzata, non funzionerebbe!”
- Tende all’estrema autonomia, vorrebbe essere grande e forse si sente così, ma è bene calibrare l’indipendenza. Questa operazione deve ovviamente farla un adulto. I tentativi di mettere i freni all’autonomia non saranno accolti bene dall’adolescente. Voi, genitori, evitate frasi del tipo “Non fare drammi: non è così grave se stasera non esci”, “Non pensare di fare quello che vuoi”, etc.; optate per soluzioni che rimandino a vostro figlio che sta crescendo, ma comunque gli adulti siete voi. Ad esempio “So che questa serata era la più importante della tua vita, ma mi hai deluso, quindi io che sono adulto decido per te” oppure “Mi rendo conto che ormai fai tante cose in autonomia, ma per fare questo c’è bisogno di una persona più grande che si prenda la responsabilità”.
- L’adolescente è in perenne viaggio, ma non conosce la meta. Vale lo stesso discorso che ho fatto lui confini. Ad esempio, a volte i ragazzi non sanno che scuola fare o se cambiarla: in questa scelta vanno guidati, senza sostituirsi ma cercando di far emergere ciò che davvero interessa a loro.
- Hanno dei valori: noi adulti siamo portati a pensare che gli adolescenti compiano alcuni gesti in modo del tutto immotivato, non sempre è così. A volte dietro a comportamenti che potrebbero apparire allarmanti si nasconde la difesa di un valore importante.Il problema dell’adolescente è che non sa ancora quali strumenti può utilizzare per difendere quella cosa che per lui ha un valore importante. Quindi è bene non trarre sempre conclusione affrettate sui gesti che compiono, ma piuttosto chiederne il motivo.
E’ un periodo della vita complicato, ma non impossibile. Se avete altre curiosità o considerazione su cosa combinano gli adolescenti scrivetemi qui o in privato.
E ricordate, se non riuscite a trovare il bandolo della matassa, il coaching potrebbe essere il metodo ideale per iniziare a districarla!
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